Nick Drake
Saturday, March 04, 2006
  ODE TO ROLANDO



"Belle, di fronte al dio sono tutte le cose: ma gli uomini hanno giudicato alcune cose come ingiuste altre invece come giuste" ERACLITO



L'IDEA che un artista drammatico sia comunque superiore a uno che non lo è la ho sempre trovata un'idea spaventosa, razzista, romantica nel senso deteriore. Come a dire che spesso nel riso si aggira il dramma così non è viceversa, a meno che non sia riso involontario.

Roland Kirk per anni ha subito l'ingiusta accusa di essere un buffone, un clown che amava più stupire le platee che dire qualcosa di artisticamente valido.
Mi domando se certa gente ascolti ciò di cui poi parla o se si ferma ai propri pregiudizi.


Il caso Kirk (che oggi gode di una ampia rivalutazione ma che non è ancora stato collocato nel suo giusto posto nel pantheon degli artisti) è stato quello di uno dei più atroci, idioti fraintendimenti della storia della critica jazzistica e uno dei peggiori fenomeni di snobismo da parte dei musicisti.


Artista da strada, clown...intanto c'è da chiedersi se questi termini sono offensivi.
la dimensione musicale di Roland Kirk prevedeva le note e tutto ciò che ci sta intorno, come a dire che la musica va oltre l'esecuzione strumentale a necessita della dimensione scenografica, della dimensione dell'ambiente in cui si suona e si interagisce. in questo Kirk è stato modernissimo.

Ma per molti il problema Kirk è che, nonostante la sua enciclopedica erudizione musicale, la sua scientifica ricerca del suono, sia che provenisse da un sax (o nel suo caso da tre) o dal motore di un trattore, Kirk è....umano!!!

Kirk non vuole sembrare un musicista distaccato: quella del distacco è una delle grandi mitologie dell'Artista Puro. Se Kirk vuol essere distaccato non lo è mai stato in mezzo ad un pubblico (Kirk era uno degli artisti live più entusiasmanti mai esisititi); il rapporto sempre ludico con i presenti, ai quali distribuiva fischietti per eseguire "Here comes the whistleman", non era tanto un coup de teathre quanto la voglia di far comprendere quanto un'esibizione live non stà tra artista e pubblico separati dal palcoscenico-confine, ma che il totale è superiore alla somma degli addendi.

Mingus lo volle con sè perchè era uno strepitoso compendio della storia del sax da Gene Sedric a John Coltrane. Ma Kirk non è mai stato didattico in questo: il suo citazionismo pre-postmoderno prevedeva il rispetto dell'identità dell'artista citato e contemporaneamente l'espressione fisiologica dell'amore di Kirk per questi.


Roland Kirk non ha mai snobbato alcun genere di musica; tutto ciò che lo colpiva musicalmente-la melodia di una canzonetta, le nacchere, il rumore di un trapano-veniva fagocitato nella sua onnivora Sacca Musicale, come un bambino ingordo e beatamente con le dita nella Nutella.


C'è un vecchio documentario prodotto da Mike Hodges dove si alternano John Cage (alla ricerca del silenzio perfetto) e Roland dal vivo, o con dei bambini armati di flautini che lo seguono, o allo zoo a suonare per gli animali.

Verrebbe da dire che sono più interessanti le divagazioni di Cage, ora ironiche ora acide, piuttosto che il "fare" di Roland Kirk. Sembrerebbe ingenuo quel registratore con cui Kirk ha intrappolato dei rumori che poi accompagnerà
dal vivo al Ronnie Scott con i suoi tre sax.

Kirk sembra un povero ignorante. Invece io lo preferisco perchè non è ignorante. Kirk "fa", riuscendo dove Cage nel video fallisce. Cage constata l'inesistenza del silenzio in natura e si arrende a questa evidenza. Kirk non si pone il problema. Kirk sa che tutto è suono...e suona!!!!

Gioiosamente, creativamente, senza regole, limiti che non siano segnati dalla sua passione per ciò che sta eseguendo.


Una lezione di umiltà magistrale.
 
Monday, February 27, 2006
  LA PAZZIA (sul crinale)

la pazzia è senza soluzione
la pazzia non è poesia
la pazzia non c'entra col dolore
quando senti di non reggere la testa
allora sai che sei ancora sano
quando senti di non reggere il tuo cuore
allora sei sano e lucido
mi farei fare un pompino dalla piu' cesso della festa
con alito di vino cattivo
la pazzia non è poesia e non c'entra niente col dolore
 
  parole mie


"Quant'è bella l'idea che noi stessi creiamo le nostre catastrofi personali e che le forze della creatività dentro di noi sono strumentali nel far cio'" (NICK CAVE, "Tutte le canzoni 1978-2001, Mondadori)

E' possibile creare senza dolore?
Io credo che la felicità renderebbe muto qualunque artista. Perlomeno renderebbe felicemente muto me, che non so se sono un artista. Ma che mi auguro di stare bene un giorno.

la frase sopra riportata è tratta dall'introduzione del libro di testi di Nick Cave, uno che di dolori se ne intende.

Già...ma Bach non mi sembra sia una figura di uomo infelice, almeno eccetto la sua parte, quella che spetta a tutti. Anche Bach conosceva la Bibbia pero', come Nick Cave.

Forse io parlo solo di un particolare tipo di artista.

Non so. Quello che sento è che senza dolore non mi verrebbe da buttare giu' neanche una sillaba. Non fosse altro la sofferenza nei confronti del troppo mistero che ci circonda.
Ma cosa c'è di misterioso nella vita?
La nostra mente.
Come è che spesso le persone non sono in armonia con la vita?
Perchè la mente occupa un posto così privilegiato nelle vite di certuni, a discapito delle emozioni?
Perchè la realtà spaventa a tal punto che, invece di viverla, la raccontiamo, come se volessimo congelare il suo apporto venefico?

"Le cosidette esperienze traumatiche non sono incidenti ma opportunità che il bambino ha pazientemente atteso-se non accadessero bisognerebbetrovarne altre-per far sì che la sua vita diventi un affare serio" (W.H.Auden)

Questa citazione del poeta precedeva quella di Cave.
Il musicista parlava della morte di suo padre, quando aveva diciassette anni.
la vita è una serie di circostanze di senso compiuto di cui ci sfuggono i disegni? Può la morte di qualcuno di caro oltre che essere un dolore divenire un atto creativo?

 
Friday, February 10, 2006
  basta ignoranza a venezia!!!!
Gentile redazione, cortese direttoresono Giovanni Natoli, musicista (eh sì) veneziano.vi giro questa mia mail che ho inviato ad alcuni colleghi e che ha trovato notevole riscontro. Segno che a Venezia la situazione è gravissima . Mi spiace dirlo ma è così. Non parliamo della giunta comunale. Non ho cancellato le piccole ironie che mi sono permesso di scrivere. Insomma, nonostante tutto il degrado, la gente intelligente come me trova sempre lo spazio per un sorriso.Spero questa mia venga pubblicata. Grazie comunque della vostra cortese attenzione

Ciao, sono Giovanni Natoli, sedi(u)cente batterista jazz di Venezia.>>> Venezia e la musica sono due realtà che sembra non si voglia fareandare>>> d'accordo in barba all'infinito potenziale che una città come la mia>>> offre.>>> Purtroppo certe categorie riescono a trarreil massimo dei profitti col>>> minimo sforzo. Quindi perchè sbattersiper portare Venezia ad un livello >>> culturale e artistico costantequando bastano le bancarelle di>>> cianfrusaglie, il baraccone dellaBiennale, i concerti dei parrucconi?>>> Il bar Torino nel suo piccoloe con fatica andava contro questa>>> tendenza: organizzava storichejam session, concerti reggae, funky,>>> grazie alla posizioneprivilegiata (nessun vicino abita intorno) e>>> supplendo in parte alla voglia di musica live che tutti abbiamo.>>> L'altra sera alcunivigili hanno intravisto un po'di amplificazione sul>>> palchetto e,grazie ad una demenziale grida comunale per la quale ad >>> esempio iodovrei suonare SOLO con le spazzole (che peraltro adoro...) o>>> nonsi dovrebbe usare ALCUN TIPO di amplificazione e amenità varie,>>>hanno ritirato i permessi a Jebho, il gestore e amico. Il torino si è >>> macchiato della colpa di amplificare la musica dal vivo. Senza
dubbio si>>> trattava dell\'impianto che Jebho aveva rilevato adun\'asta dei>>> Metallica....>>> bisogna organizzare qualcosa per\r\nprotestare contro il vero e proprio>>> abuso che la municipalità diVenezia compie da anni contro chi propone>>> forme d\'arte a Venezia,soprattutto musicali. Non solo contro le assurde\r\n>>> normativelimitanti l\'espressione in decibel dei nostri suoni ma anche>>>l\'indifferenza riguardo l\'investire su proposte locali Come? magari un>>> concerto-sit in come Dio comanda, fermo ma civile e magari\r\ndiffondere la>>> problematica nel giro dei musicisti non veneziani perun appoggio.>>> Quindi, fate girare. Grazie>>>>>>E ALLE NUMEROSE RISPOSTE HO SCRITTO>>>\r\n>>>>>>\r\n>>\r\nciao.non avrei mai pensato che una piccola mail, peraltro scritta con l\'indice della mano destra e con un bicchiere de glenmorangie nella sinistra, potesse trovare tale riscontro.E\' certo che ho a che fare con le persone giuste e che ho toccato una nota sempre piu dolente per la nostra città. Il problema naturalmente non è il Torino; il problema è che abbiamo il diritto di considerarci reali produttori di cultura e arte e che ci spettano di diritto spazi, voce in capitolo e remunerazioni per ciò che facciamo. Venezia è un covo di mercanti che col minimo dello sforzo ottengono il massimo dei profitti. Bancarelle di cianfrusaglie piazzate dove meglio aggrada ai loro propietari. Padroni di casa che affittano in nero a studenti e poi pretendono che questi vadano a nanna alle dieci di sera qui nella città piu\' a misura d\'uomo del mondo.\r\nMusicisti che dovrebbero suonare per dieci euro a testa scarrozzandosi strumenti e idee per i ponti della laguna e che spesso hanno a che fare con gestori ottusi che sembrano regalarti lo spazio che invece ti è dovuto con tutti gli onori.\r\n",1]
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dubbio si>>> trattava dell'impianto che Jebho aveva rilevato adun'asta dei>>> Metallica....>>> bisogna organizzare qualcosa per protestare contro il vero e proprio>>> abuso che la municipalità diVenezia compie da anni contro chi propone>>> forme d'arte a Venezia,soprattutto musicali. Non solo contro le assurde >>> normativelimitanti l'espressione in decibel dei nostri suoni ma anche>>>l'indifferenza riguardo l'investire su proposte locali Come? magari un>>> concerto-sit in come Dio comanda, fermo ma civile e magari diffondere la>>> problematica nel giro dei musicisti non veneziani perun appoggio.>>> Quindi, fate girare. Grazie>>>>>>E ALLE NUMEROSE RISPOSTE HO SCRITTO>>> >>>>>>
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ciao.non avrei mai pensato che una piccola mail, peraltro scritta con l'indice della mano destra e con un bicchiere de glenmorangie nella sinistra, potesse trovare tale riscontro.E' certo che ho a che fare con le persone giuste e che ho toccato una nota sempre piu dolente per la nostra città. Il problema naturalmente non è il Torino; il problema è che abbiamo il diritto di considerarci reali produttori di cultura e arte e che ci spettano di diritto spazi, voce in capitolo e remunerazioni per ciò che facciamo. Venezia è un covo di mercanti che col minimo dello sforzo ottengono il massimo dei profitti. Bancarelle di cianfrusaglie piazzate dove meglio aggrada ai loro propietari. Padroni di casa che affittano in nero a studenti e poi pretendono che questi vadano a nanna alle dieci di sera qui nella città piu' a misura d'uomo del mondo. Musicisti che dovrebbero suonare per dieci euro a testa scarrozzandosi strumenti e idee per i ponti della laguna e che spesso hanno a che fare con gestori ottusi che sembrano regalarti lo spazio che invece ti è dovuto con tutti gli onori.
Dove mai si è visto che una grande città (grande nel senso piu\' nobile del termine) non consideri la cultura la ricchezza del suo esistere? Dove mai si èp sentito che per suonare bisogna rispettare una dilettantesca grida di manzoniana memoria che decide come e cosa suonare durante le esecuzioni?\r\ne i volti assetati dei turisti che scoprono che a Venezia esiste una jam session e non solo i parrucconi o il jazz/non jazz di certi palazzi (io lo so perchè c\'ero)....a prezzi sting?Insomma, ci si deve trovare tutti ma proprio tutti e avanzare richiesta alla nostra amministrazione di poter esistere e creare senza condizioni.\r\nIo ci ho messo troppo a prendere consapevolezza che forse non ero solo un ragazzino a cui veniva concesso di suonare la batteria nei bar ma ...un musicista (arrossisco) che stva dando qualcosa al luogo dove vive..\r\nBye, Giovanni\r\n\r\n",0]
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Dove mai si è visto che una grande città (grande nel senso piu' nobile del termine) non consideri la cultura la ricchezza del suo esistere? Dove mai si èp sentito che per suonare bisogna rispettare una dilettantesca grida di manzoniana memoria che decide come e cosa suonare durante le esecuzioni? e i volti assetati dei turisti che scoprono che a Venezia esiste una jam session e non solo i parrucconi o il jazz/non jazz di certi palazzi (io lo so perchè c'ero)....a prezzi sting?Insomma, ci si deve trovare tutti ma proprio tutti e avanzare richiesta alla nostra amministrazione di poter esistere e creare senza condizioni. Io ci ho messo troppo a prendere consapevolezza che forse non ero solo un ragazzino a cui veniva concesso di suonare la batteria nei bar ma ...un musicista (arrossisco) che stva dando qualcosa al luogo dove vive.. Bye, Giovanni
 
Monday, January 30, 2006
  NICOLA DRAGO CHI SEI?

Un giorno, all'alba dei miei 39 anni ho ascoltato per caso Nick Drake, il folksinger inglese padre del mio soprannome. Pur non sapendo cosa stava dicendo nelle sue canzoni io avevo trovato un sodale. Era dai tempi dei King crimson che non mi emozionavo così tanto. Sono scoppiato a piangere. Lui era me in quel momento.
Nick Drake è morto a 26 anni, genio incompreso. sembra impossibile, ascoltando oggi i suoi dischi, non innamorarsi della sua voce ipercontrollata ma suadente, un sussurro reticente che con distacco e calma parla del male di essere al mondo senza una "casa", senza sapere chi si è in realtà.
pur essendo un bellissimo ragazo di un metro e novanta non ha mai avuto una relazione con una donna. Temeva di essere omosessuale eppure credo che fosse il troppo amore per le donne e per la vita a terrorizzarlo.
una sua amica, innamorata di lui, disse che quando lo vedeva arrivare a casa sua voleva solo abbracciarlo, poi percepiva che non era possibile. Con l'andare del tempo (dal primo album al terzo della sua carriera trascorsero 5 anni) seppe costruire un muro tra sè e il mondo che non potè essere distrutto se non con la morte, a causa di abuso di psicofarmaci.
Nick Drake veniva da una famigliua normale, di gente perbene e benestante, senza tare psichiche in famiglia. Due genitori innamorati di lui, una bellissima sorella (era una delle due segretarie del comandante Straker su i telefilm UFO) che gli stette vicino fino alla fine.nColto, intelligente, sportivo, perfezionista (ancora oggi è impossibile trascrivere esattamente il suo lavoro chitarristico) un giorno andò con la testa sulla luna.\r\nPerchè successe questo? Non si sa; bizzarra scelta degli dei che forse avevano nostalgia di luieppure"Non ho mai sentito una follia magica come questa/\mai visto lune conoscere il significato del mare/mai trattenuto emozioni nel palmo delle mie mani/o sentire dolci brezze sulla cima degli alberi/Ma sei qui di nuovo/brillante mio cielo del nord." e parle della vita e del suo "regno" in tanword.E formula la più commovente richiesta d\'amore mai sentita nella musica "leggera"-"vuoi amarmi per i miei soldi"vuoi amarmi per la mia mente/vuoi amarmi attraverso l'inverno\vuoi amarmi sino alla morte?"...non si può sentire "northern sky" senza un brivido alla schiena
Anch'io ho spesso formulato quella preghiera:
quand'ero bambino e gli altri mi scherzavano
quand 'ero adolescente e le ragazze non mi volevano
quand 'ero un giovanotto e gli altri mi consideravano poco interessante
oggi, che non riesco a fare l'amore e innamorarmi
oggi che la paura e la vecchiaia si avvicinano a veloci passi e le cose sembrano perdere la consistenza di una gioventù goduta a metà.
Oggi che il vino mi fa sognare per qualche ora poi me le fa pagare tutte( ora no sono sobrissimo);
oggi che non so come cavarmela;
oggi che la vita diventa prosa e aveva detto che era poesia.

BRYTER LAYTER
 
Friday, January 27, 2006
  LO SAPEVATE VERO?

...EH LO SAPEVAMO DIRETE...
 
Monday, January 23, 2006
 
allora, io scrivo scempiate, sono un chiaccherone senza costrutto, un beone, un distratto e non ultimo, un fallito della peggior risma.
cio' non toglie che sto provando a scrivere un librettino sulla batteria da dare al mio allievo, tanto per dargli un'idea globale e meno confusa possibile di che razza di rogna si è andato a cercare...

questo che segue è il testo: eventuali segnalazioni di errori sono accette. insulti...beh so dove abiti e dove vai di solito...all'occcccchio!
Non esistono due fiocchi di neve uguali. non può esistere un sistema universale per fare musica.visto che parliamo di batteria questo è uno degli strumenti piu'recenti che l'uomo abbia inventato, anche se si basa sul piu'antico (palma contesa con il flauto).la batteria nasce attorno alla fine dell'800 certamente nell'area di New Orleans, culla del jazz.deriva dall'assemblaggio delle percussioni principali della banda militare e cioè tamburo, grancassa e piatti.Per motivi pratici si scelse di far eseguire ad un solo musicista le parti che nelle bande erano riservate a piu esecutori.da principio lo strumento era il puro e semplice accostamento dei pezzi da banda. con il tempo e lo sviluppo del jazz e delle conseguenti esigenze musicali lo strumento ha assunto delle dimensioni piu' precise e caratteristiche.il tamburo cinese sospeso sulla cassa fu sostituito dai tom, intonabili mentre il primo aveva la pelle fissata con borchie, nacque l'hi hat così come lo concepiamo e non solo come surrogato della coppia di piatti da banda. al piatto cinese furono posti il piatto ride e il crash.il jazz è il linguaggio musicale dove la batteria è nata e dove ha trovato possibilità linguistiche tutt'ora in evoluzione. il rock, tra i tanti meriti, ha avuto quello di recuperare l'aspetto bandistico, dove rudimenti sempre meno usati in maniera pura nel jazz, che inseguiva esigenze musicali sempre piu' evolute e distanti dalla sua culla, sono prepotentemente ritornati in auge. Questo è un pregio, non un limite. col rock la batteria ha trovato un'altra vita.Non è questo un libro storico sulla batteria e quindi l'excursus termina qui; vorrei aggiungere che la fantasmagoria di forme, misure, numero di elementi etc. partono tutti dagli strumenti bandistici, i cui suoni comunque restano peculiari e di attualità. Basti pensare al lavoro e al set che un gigante della batteria come han bennink propone e usa tutt'oggi.
Allora, visto che in campo di gusti nessuno può giudicare elenco brevemente quelli che , secondo me sono tra i miei batteristi preferiti. Cercherò di essere cronologico.1)WARREN "BABY" DODDS; l'imprescindibile pioniere del nostro strumento, batterista di enorme forza e intensità, che ha accompagnato Louis Armstrong nel periodo piu' importante della carriera del re del jazz.2)"BIG" SID CATLETT; antesignano di Max Roach, batterista di passaggio tra due ere, fu il potente accompagnatore di Armstrong nelle all-stars3)"papa" JOE JONES: batterista storico della big band di Count Basie, ha praticamente portato lo strumento da un'era all'altra, semplificando il set così come è pressochè oggi, spostando la pulsazione sul ride. Elegantissimo, leggero e potente, maestro delle spazzole.4)GENE KRUPA: il batterista piu'famoso dell'era d'oro del jazz, lo swing.Era il traino dell'orchestra di Benny Goodman. Eccitante, frizzante, ha fatto ballare il pianeta terra e ha reso la batteria lo strumento famoso nel mondo. ha scritto il primo metodo per batteria, tutt'ora reperibile.
5)BUDDY RICH: se Sinatra avesse voluto essere qualcun altro forse avrebbe scelto Buddy Rich, per decenni il batterista piu' veloce del mondo. Il suo rullo a colpi singoli è rimasto fino a poco fa imbattuto. Un duro dello strumento, pericolosissimo. Ha stabilito le misure della batteria dei rockettari storici che lo hanno sempre amato (ian paice è una replica di Buddy Rich, una grande replica pero')6)MAX ROACH: genio assoluto, purissimo speculatore dello strumento e delle sue possibilità melodiche, è stato il padreterno della batteria. Oltre ad essere stato accompagnatore di Charlie Parker, ha praticamente fondato l'hard bop assieme all'immenso trombettista Clifford Brown, per poi concentrarsi sull'aspetto solistico dello strumento e accompagnandolo fino alle soglie dell'avanguardia degli anni settanta.7)"PHILLY" JOE JONES: fondendo stilemi di Blakey, Roach, Rich ha scritto l'abc del batterista mainstream hard bop. Il suo ride è scintillante, leggero e potente, i suoi 4 a 4 forse i piu' imitati di tutti8)ART BLAKEY: la batteria reincontra l'africa grazie a questo esplosivo batterista e talent scout, dall'inconfondibile, solido, percussionistico linguaggio. per anni ha capitanato i mitici Jazz Messengers divulgando il vangelo del jazz da un polo all'altro. assolutamente antidepressivo!9)SHELLY MANNE: assolutamente il principe della west coast, è la leggenda delle spazzole, veloce, potente e preciso con questi battenti difficili. Uno dei piu' grandi mai esistiti, contrapposizione alla scuola nera. Raro maestro di eleganza e discrezione non amava fare soli, anche se in certi momenti riesce ad essere persino migliore di Roach.10)PAUL MOTIAN: il batterista dei pianisti antepone alla tecnica e al virtuosismo l'ascolto e l'interplay, doti FONDAMENTALI per chiunque agogni a fare il musicista, ben piu' dei campionati del rullo singolo. Nonostante l'età questo lirico genio delle pelli è sempre nell'oggi.11)ELVIN JONES:rivoluzionatore puro dello strumento, imprescindibile titano isolato, ha inserito le poliritmie africane nello swing. Pensa sempre in tre, sposta, ritarda, accellera, non suona un ritmo avvolge in una matassa di suoni e tempi.12)ROY HAYNES: ideatore di uno stile senza tempo, adatto ad ogni era, contrappone un fraseggio unico di rullante, giocando con perizia d'ingegnere tra levare e battere. suono tersissimo anche con batterie di fiberglass è un po' padre di tony williams.13)TONY WILLIAMS: enfant prodige alla corte di Jackie mc Lean (16 anni!!!) si distingue per la scomposizione di un ride che non ha eguali nella storia del jazz. Nei frammenti dello swing, frammentato, spezzettato, inserisce una trama di tamburi dal suono terso e dall'anticipo galvanizzante.14)BILLY HIGGINS: non ha inventato nulla ma tutto quello che ha suonato sembra scaturire sulle pelli come se fosse la prima volta. Fresco, sorridente, il piatto chiodato piu' bello della storia della batteria.15)ED BLACKWELL: succeduto ad Higgins alla corte di Ornette Coleman, è un musicista peculiare, profondamente legato al tamburino da marcia New Orleans, sua città di nascita. Un fitto chiaccherare di cassa, rullante e tom dal suono alto e argentino. Vivace e propulsivo. Dove la tradizione è la condizione necessaria per l'avanguardia.
 
Thursday, January 19, 2006
 


ciao a tutti miei lettori,
tra il tentativo infausto di sturare il lavandino con il niagara e lavare casa con un mocio che non ne vuole sapere di restare attaccato al manico vi invio le mie prossime date. Immagino che tuto sia linkabile per eventuali curiosità ed approfondimenti. no, mi sa di no
ciao
aggiungo foto. un po' di bellezza non guasta mai

Danilo Gallo Concerto/Festival
Dal 15/01/2006 al 09/03/2006
Sito: http://www.danilogallo.com/
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Giovanni Natoli-Minimax ensemble Concerto/Festival
24/01/2006Venezia, Centro Zitelle (VE)
Sito: http://www.peppinogagliardi.blogspot.com/
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Giovanni Natoli-minimax jazz ensemble Concerto/Festival
31/01/2006Venezia_Sirmione (vr) (VE)
Sito: http://www.peppinogagliardi.blogspot.com/
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giovanni natoli to be or nette to be Concerto/Festival
15/02/2006venezia, bar Torino (VE)
Sito: http://www.peppinogagliardi.blogspot.com/
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giovanni natoli to be or nette to be Concerto/Festival
16/02/2006sirmione (VI)
Sito: http://www.peppinogagliardi.blogspot.com/
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giovanni natoli vs bebo trio Concerto/Festival
Dal 17/02/2006 al 18/02/2006Venezia (VE)
Sito: http://www.peppinogagliardi.blogspot.com/
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Manuel Cecchinato- Daniele Goldoni_Giovanni Natoli Concerto/Festival
12/03/2006Marghera, al "Vapore" (VE)
Sito: http://www.peppinogagliardi.blogspot.com/
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Giovanni Natoli-minimax jazz ensemble Concerto/Festival
14/03/2006Venezia, Centro Zitelle (VE)
Sito: http://www.peppinogagliardi.blogspot.com/
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Giovanni Natoli-Minimax ensemble Concerto/Festival
21/03/2006Venezia, Centro Zitelle (VE)
Sito: http://www.peppinogagliardi.blogspot.com/
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EVENTI TRASCORSI
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Giovanni Natoli trio Concerto/Festival
17/01/2006Bassano del Grappa (VI)
Sito: N/A
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