Nick Drake
Monday, January 23, 2006
 
allora, io scrivo scempiate, sono un chiaccherone senza costrutto, un beone, un distratto e non ultimo, un fallito della peggior risma.
cio' non toglie che sto provando a scrivere un librettino sulla batteria da dare al mio allievo, tanto per dargli un'idea globale e meno confusa possibile di che razza di rogna si è andato a cercare...

questo che segue è il testo: eventuali segnalazioni di errori sono accette. insulti...beh so dove abiti e dove vai di solito...all'occcccchio!
Non esistono due fiocchi di neve uguali. non può esistere un sistema universale per fare musica.visto che parliamo di batteria questo è uno degli strumenti piu'recenti che l'uomo abbia inventato, anche se si basa sul piu'antico (palma contesa con il flauto).la batteria nasce attorno alla fine dell'800 certamente nell'area di New Orleans, culla del jazz.deriva dall'assemblaggio delle percussioni principali della banda militare e cioè tamburo, grancassa e piatti.Per motivi pratici si scelse di far eseguire ad un solo musicista le parti che nelle bande erano riservate a piu esecutori.da principio lo strumento era il puro e semplice accostamento dei pezzi da banda. con il tempo e lo sviluppo del jazz e delle conseguenti esigenze musicali lo strumento ha assunto delle dimensioni piu' precise e caratteristiche.il tamburo cinese sospeso sulla cassa fu sostituito dai tom, intonabili mentre il primo aveva la pelle fissata con borchie, nacque l'hi hat così come lo concepiamo e non solo come surrogato della coppia di piatti da banda. al piatto cinese furono posti il piatto ride e il crash.il jazz è il linguaggio musicale dove la batteria è nata e dove ha trovato possibilità linguistiche tutt'ora in evoluzione. il rock, tra i tanti meriti, ha avuto quello di recuperare l'aspetto bandistico, dove rudimenti sempre meno usati in maniera pura nel jazz, che inseguiva esigenze musicali sempre piu' evolute e distanti dalla sua culla, sono prepotentemente ritornati in auge. Questo è un pregio, non un limite. col rock la batteria ha trovato un'altra vita.Non è questo un libro storico sulla batteria e quindi l'excursus termina qui; vorrei aggiungere che la fantasmagoria di forme, misure, numero di elementi etc. partono tutti dagli strumenti bandistici, i cui suoni comunque restano peculiari e di attualità. Basti pensare al lavoro e al set che un gigante della batteria come han bennink propone e usa tutt'oggi.
Allora, visto che in campo di gusti nessuno può giudicare elenco brevemente quelli che , secondo me sono tra i miei batteristi preferiti. Cercherò di essere cronologico.1)WARREN "BABY" DODDS; l'imprescindibile pioniere del nostro strumento, batterista di enorme forza e intensità, che ha accompagnato Louis Armstrong nel periodo piu' importante della carriera del re del jazz.2)"BIG" SID CATLETT; antesignano di Max Roach, batterista di passaggio tra due ere, fu il potente accompagnatore di Armstrong nelle all-stars3)"papa" JOE JONES: batterista storico della big band di Count Basie, ha praticamente portato lo strumento da un'era all'altra, semplificando il set così come è pressochè oggi, spostando la pulsazione sul ride. Elegantissimo, leggero e potente, maestro delle spazzole.4)GENE KRUPA: il batterista piu'famoso dell'era d'oro del jazz, lo swing.Era il traino dell'orchestra di Benny Goodman. Eccitante, frizzante, ha fatto ballare il pianeta terra e ha reso la batteria lo strumento famoso nel mondo. ha scritto il primo metodo per batteria, tutt'ora reperibile.
5)BUDDY RICH: se Sinatra avesse voluto essere qualcun altro forse avrebbe scelto Buddy Rich, per decenni il batterista piu' veloce del mondo. Il suo rullo a colpi singoli è rimasto fino a poco fa imbattuto. Un duro dello strumento, pericolosissimo. Ha stabilito le misure della batteria dei rockettari storici che lo hanno sempre amato (ian paice è una replica di Buddy Rich, una grande replica pero')6)MAX ROACH: genio assoluto, purissimo speculatore dello strumento e delle sue possibilità melodiche, è stato il padreterno della batteria. Oltre ad essere stato accompagnatore di Charlie Parker, ha praticamente fondato l'hard bop assieme all'immenso trombettista Clifford Brown, per poi concentrarsi sull'aspetto solistico dello strumento e accompagnandolo fino alle soglie dell'avanguardia degli anni settanta.7)"PHILLY" JOE JONES: fondendo stilemi di Blakey, Roach, Rich ha scritto l'abc del batterista mainstream hard bop. Il suo ride è scintillante, leggero e potente, i suoi 4 a 4 forse i piu' imitati di tutti8)ART BLAKEY: la batteria reincontra l'africa grazie a questo esplosivo batterista e talent scout, dall'inconfondibile, solido, percussionistico linguaggio. per anni ha capitanato i mitici Jazz Messengers divulgando il vangelo del jazz da un polo all'altro. assolutamente antidepressivo!9)SHELLY MANNE: assolutamente il principe della west coast, è la leggenda delle spazzole, veloce, potente e preciso con questi battenti difficili. Uno dei piu' grandi mai esistiti, contrapposizione alla scuola nera. Raro maestro di eleganza e discrezione non amava fare soli, anche se in certi momenti riesce ad essere persino migliore di Roach.10)PAUL MOTIAN: il batterista dei pianisti antepone alla tecnica e al virtuosismo l'ascolto e l'interplay, doti FONDAMENTALI per chiunque agogni a fare il musicista, ben piu' dei campionati del rullo singolo. Nonostante l'età questo lirico genio delle pelli è sempre nell'oggi.11)ELVIN JONES:rivoluzionatore puro dello strumento, imprescindibile titano isolato, ha inserito le poliritmie africane nello swing. Pensa sempre in tre, sposta, ritarda, accellera, non suona un ritmo avvolge in una matassa di suoni e tempi.12)ROY HAYNES: ideatore di uno stile senza tempo, adatto ad ogni era, contrappone un fraseggio unico di rullante, giocando con perizia d'ingegnere tra levare e battere. suono tersissimo anche con batterie di fiberglass è un po' padre di tony williams.13)TONY WILLIAMS: enfant prodige alla corte di Jackie mc Lean (16 anni!!!) si distingue per la scomposizione di un ride che non ha eguali nella storia del jazz. Nei frammenti dello swing, frammentato, spezzettato, inserisce una trama di tamburi dal suono terso e dall'anticipo galvanizzante.14)BILLY HIGGINS: non ha inventato nulla ma tutto quello che ha suonato sembra scaturire sulle pelli come se fosse la prima volta. Fresco, sorridente, il piatto chiodato piu' bello della storia della batteria.15)ED BLACKWELL: succeduto ad Higgins alla corte di Ornette Coleman, è un musicista peculiare, profondamente legato al tamburino da marcia New Orleans, sua città di nascita. Un fitto chiaccherare di cassa, rullante e tom dal suono alto e argentino. Vivace e propulsivo. Dove la tradizione è la condizione necessaria per l'avanguardia.
 
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