Nick Drake
Monday, January 30, 2006
  NICOLA DRAGO CHI SEI?

Un giorno, all'alba dei miei 39 anni ho ascoltato per caso Nick Drake, il folksinger inglese padre del mio soprannome. Pur non sapendo cosa stava dicendo nelle sue canzoni io avevo trovato un sodale. Era dai tempi dei King crimson che non mi emozionavo così tanto. Sono scoppiato a piangere. Lui era me in quel momento.
Nick Drake è morto a 26 anni, genio incompreso. sembra impossibile, ascoltando oggi i suoi dischi, non innamorarsi della sua voce ipercontrollata ma suadente, un sussurro reticente che con distacco e calma parla del male di essere al mondo senza una "casa", senza sapere chi si è in realtà.
pur essendo un bellissimo ragazo di un metro e novanta non ha mai avuto una relazione con una donna. Temeva di essere omosessuale eppure credo che fosse il troppo amore per le donne e per la vita a terrorizzarlo.
una sua amica, innamorata di lui, disse che quando lo vedeva arrivare a casa sua voleva solo abbracciarlo, poi percepiva che non era possibile. Con l'andare del tempo (dal primo album al terzo della sua carriera trascorsero 5 anni) seppe costruire un muro tra sè e il mondo che non potè essere distrutto se non con la morte, a causa di abuso di psicofarmaci.
Nick Drake veniva da una famigliua normale, di gente perbene e benestante, senza tare psichiche in famiglia. Due genitori innamorati di lui, una bellissima sorella (era una delle due segretarie del comandante Straker su i telefilm UFO) che gli stette vicino fino alla fine.nColto, intelligente, sportivo, perfezionista (ancora oggi è impossibile trascrivere esattamente il suo lavoro chitarristico) un giorno andò con la testa sulla luna.\r\nPerchè successe questo? Non si sa; bizzarra scelta degli dei che forse avevano nostalgia di luieppure"Non ho mai sentito una follia magica come questa/\mai visto lune conoscere il significato del mare/mai trattenuto emozioni nel palmo delle mie mani/o sentire dolci brezze sulla cima degli alberi/Ma sei qui di nuovo/brillante mio cielo del nord." e parle della vita e del suo "regno" in tanword.E formula la più commovente richiesta d\'amore mai sentita nella musica "leggera"-"vuoi amarmi per i miei soldi"vuoi amarmi per la mia mente/vuoi amarmi attraverso l'inverno\vuoi amarmi sino alla morte?"...non si può sentire "northern sky" senza un brivido alla schiena
Anch'io ho spesso formulato quella preghiera:
quand'ero bambino e gli altri mi scherzavano
quand 'ero adolescente e le ragazze non mi volevano
quand 'ero un giovanotto e gli altri mi consideravano poco interessante
oggi, che non riesco a fare l'amore e innamorarmi
oggi che la paura e la vecchiaia si avvicinano a veloci passi e le cose sembrano perdere la consistenza di una gioventù goduta a metà.
Oggi che il vino mi fa sognare per qualche ora poi me le fa pagare tutte( ora no sono sobrissimo);
oggi che non so come cavarmela;
oggi che la vita diventa prosa e aveva detto che era poesia.

BRYTER LAYTER
 
Friday, January 27, 2006
  LO SAPEVATE VERO?

...EH LO SAPEVAMO DIRETE...
 
Monday, January 23, 2006
 
allora, io scrivo scempiate, sono un chiaccherone senza costrutto, un beone, un distratto e non ultimo, un fallito della peggior risma.
cio' non toglie che sto provando a scrivere un librettino sulla batteria da dare al mio allievo, tanto per dargli un'idea globale e meno confusa possibile di che razza di rogna si è andato a cercare...

questo che segue è il testo: eventuali segnalazioni di errori sono accette. insulti...beh so dove abiti e dove vai di solito...all'occcccchio!
Non esistono due fiocchi di neve uguali. non può esistere un sistema universale per fare musica.visto che parliamo di batteria questo è uno degli strumenti piu'recenti che l'uomo abbia inventato, anche se si basa sul piu'antico (palma contesa con il flauto).la batteria nasce attorno alla fine dell'800 certamente nell'area di New Orleans, culla del jazz.deriva dall'assemblaggio delle percussioni principali della banda militare e cioè tamburo, grancassa e piatti.Per motivi pratici si scelse di far eseguire ad un solo musicista le parti che nelle bande erano riservate a piu esecutori.da principio lo strumento era il puro e semplice accostamento dei pezzi da banda. con il tempo e lo sviluppo del jazz e delle conseguenti esigenze musicali lo strumento ha assunto delle dimensioni piu' precise e caratteristiche.il tamburo cinese sospeso sulla cassa fu sostituito dai tom, intonabili mentre il primo aveva la pelle fissata con borchie, nacque l'hi hat così come lo concepiamo e non solo come surrogato della coppia di piatti da banda. al piatto cinese furono posti il piatto ride e il crash.il jazz è il linguaggio musicale dove la batteria è nata e dove ha trovato possibilità linguistiche tutt'ora in evoluzione. il rock, tra i tanti meriti, ha avuto quello di recuperare l'aspetto bandistico, dove rudimenti sempre meno usati in maniera pura nel jazz, che inseguiva esigenze musicali sempre piu' evolute e distanti dalla sua culla, sono prepotentemente ritornati in auge. Questo è un pregio, non un limite. col rock la batteria ha trovato un'altra vita.Non è questo un libro storico sulla batteria e quindi l'excursus termina qui; vorrei aggiungere che la fantasmagoria di forme, misure, numero di elementi etc. partono tutti dagli strumenti bandistici, i cui suoni comunque restano peculiari e di attualità. Basti pensare al lavoro e al set che un gigante della batteria come han bennink propone e usa tutt'oggi.
Allora, visto che in campo di gusti nessuno può giudicare elenco brevemente quelli che , secondo me sono tra i miei batteristi preferiti. Cercherò di essere cronologico.1)WARREN "BABY" DODDS; l'imprescindibile pioniere del nostro strumento, batterista di enorme forza e intensità, che ha accompagnato Louis Armstrong nel periodo piu' importante della carriera del re del jazz.2)"BIG" SID CATLETT; antesignano di Max Roach, batterista di passaggio tra due ere, fu il potente accompagnatore di Armstrong nelle all-stars3)"papa" JOE JONES: batterista storico della big band di Count Basie, ha praticamente portato lo strumento da un'era all'altra, semplificando il set così come è pressochè oggi, spostando la pulsazione sul ride. Elegantissimo, leggero e potente, maestro delle spazzole.4)GENE KRUPA: il batterista piu'famoso dell'era d'oro del jazz, lo swing.Era il traino dell'orchestra di Benny Goodman. Eccitante, frizzante, ha fatto ballare il pianeta terra e ha reso la batteria lo strumento famoso nel mondo. ha scritto il primo metodo per batteria, tutt'ora reperibile.
5)BUDDY RICH: se Sinatra avesse voluto essere qualcun altro forse avrebbe scelto Buddy Rich, per decenni il batterista piu' veloce del mondo. Il suo rullo a colpi singoli è rimasto fino a poco fa imbattuto. Un duro dello strumento, pericolosissimo. Ha stabilito le misure della batteria dei rockettari storici che lo hanno sempre amato (ian paice è una replica di Buddy Rich, una grande replica pero')6)MAX ROACH: genio assoluto, purissimo speculatore dello strumento e delle sue possibilità melodiche, è stato il padreterno della batteria. Oltre ad essere stato accompagnatore di Charlie Parker, ha praticamente fondato l'hard bop assieme all'immenso trombettista Clifford Brown, per poi concentrarsi sull'aspetto solistico dello strumento e accompagnandolo fino alle soglie dell'avanguardia degli anni settanta.7)"PHILLY" JOE JONES: fondendo stilemi di Blakey, Roach, Rich ha scritto l'abc del batterista mainstream hard bop. Il suo ride è scintillante, leggero e potente, i suoi 4 a 4 forse i piu' imitati di tutti8)ART BLAKEY: la batteria reincontra l'africa grazie a questo esplosivo batterista e talent scout, dall'inconfondibile, solido, percussionistico linguaggio. per anni ha capitanato i mitici Jazz Messengers divulgando il vangelo del jazz da un polo all'altro. assolutamente antidepressivo!9)SHELLY MANNE: assolutamente il principe della west coast, è la leggenda delle spazzole, veloce, potente e preciso con questi battenti difficili. Uno dei piu' grandi mai esistiti, contrapposizione alla scuola nera. Raro maestro di eleganza e discrezione non amava fare soli, anche se in certi momenti riesce ad essere persino migliore di Roach.10)PAUL MOTIAN: il batterista dei pianisti antepone alla tecnica e al virtuosismo l'ascolto e l'interplay, doti FONDAMENTALI per chiunque agogni a fare il musicista, ben piu' dei campionati del rullo singolo. Nonostante l'età questo lirico genio delle pelli è sempre nell'oggi.11)ELVIN JONES:rivoluzionatore puro dello strumento, imprescindibile titano isolato, ha inserito le poliritmie africane nello swing. Pensa sempre in tre, sposta, ritarda, accellera, non suona un ritmo avvolge in una matassa di suoni e tempi.12)ROY HAYNES: ideatore di uno stile senza tempo, adatto ad ogni era, contrappone un fraseggio unico di rullante, giocando con perizia d'ingegnere tra levare e battere. suono tersissimo anche con batterie di fiberglass è un po' padre di tony williams.13)TONY WILLIAMS: enfant prodige alla corte di Jackie mc Lean (16 anni!!!) si distingue per la scomposizione di un ride che non ha eguali nella storia del jazz. Nei frammenti dello swing, frammentato, spezzettato, inserisce una trama di tamburi dal suono terso e dall'anticipo galvanizzante.14)BILLY HIGGINS: non ha inventato nulla ma tutto quello che ha suonato sembra scaturire sulle pelli come se fosse la prima volta. Fresco, sorridente, il piatto chiodato piu' bello della storia della batteria.15)ED BLACKWELL: succeduto ad Higgins alla corte di Ornette Coleman, è un musicista peculiare, profondamente legato al tamburino da marcia New Orleans, sua città di nascita. Un fitto chiaccherare di cassa, rullante e tom dal suono alto e argentino. Vivace e propulsivo. Dove la tradizione è la condizione necessaria per l'avanguardia.
 
Thursday, January 19, 2006
 


ciao a tutti miei lettori,
tra il tentativo infausto di sturare il lavandino con il niagara e lavare casa con un mocio che non ne vuole sapere di restare attaccato al manico vi invio le mie prossime date. Immagino che tuto sia linkabile per eventuali curiosità ed approfondimenti. no, mi sa di no
ciao
aggiungo foto. un po' di bellezza non guasta mai

Danilo Gallo Concerto/Festival
Dal 15/01/2006 al 09/03/2006
Sito: http://www.danilogallo.com/
[ modifica ] [ Commento ]
Giovanni Natoli-Minimax ensemble Concerto/Festival
24/01/2006Venezia, Centro Zitelle (VE)
Sito: http://www.peppinogagliardi.blogspot.com/
[ modifica ] [ Commento ]
Giovanni Natoli-minimax jazz ensemble Concerto/Festival
31/01/2006Venezia_Sirmione (vr) (VE)
Sito: http://www.peppinogagliardi.blogspot.com/
[ modifica ] [ Commento ]
giovanni natoli to be or nette to be Concerto/Festival
15/02/2006venezia, bar Torino (VE)
Sito: http://www.peppinogagliardi.blogspot.com/
[ modifica ] [ Commento ]
giovanni natoli to be or nette to be Concerto/Festival
16/02/2006sirmione (VI)
Sito: http://www.peppinogagliardi.blogspot.com/
[ modifica ] [ Commento ]
giovanni natoli vs bebo trio Concerto/Festival
Dal 17/02/2006 al 18/02/2006Venezia (VE)
Sito: http://www.peppinogagliardi.blogspot.com/
[ modifica ] [ Commento ]
Manuel Cecchinato- Daniele Goldoni_Giovanni Natoli Concerto/Festival
12/03/2006Marghera, al "Vapore" (VE)
Sito: http://www.peppinogagliardi.blogspot.com/
[ modifica ] [ Commento ]
Giovanni Natoli-minimax jazz ensemble Concerto/Festival
14/03/2006Venezia, Centro Zitelle (VE)
Sito: http://www.peppinogagliardi.blogspot.com/
[ modifica ] [ Commento ]
Giovanni Natoli-Minimax ensemble Concerto/Festival
21/03/2006Venezia, Centro Zitelle (VE)
Sito: http://www.peppinogagliardi.blogspot.com/
[ modifica ] [ Commento ]
EVENTI TRASCORSI
-->

Giovanni Natoli trio Concerto/Festival
17/01/2006Bassano del Grappa (VI)
Sito: N/A
[ modifica ] [ Commento ]
 
Tuesday, January 17, 2006
  IN ANTICHI PALAZZI

Ci sono delle immagini così vivide in testa che proprio non vogliono saperne di diventare parole. Così precise, così definite che basterebbero da sole a spiegare lo stato d'animo e i concetti che si vogliono comunicare. Se la mia testa fosse 3bo di "Guerre stellari" basterebbe una smanettata di cacciavite in fronte e uscirebbero queste immagini che con ansia vorrei condividere con chi mi sta accanto (in questo caso il malcapitato Danilo Gallo).
Ma, magari come per i sogni, ciò che per te è importante per l'altro può non significare un benemerito; è normale e giusto che sia così. D'altronde questa è la nostra unicità e la nostra croce. Essere noi stessi e basta. Che non è uno scherzo, più spesso è una beffa.
Ma lasciatemi comunicare ciò che provo alla visione dell'immagine di Anna La Rosa, la roscia innatural conduttrice di programmi di chiacchere politiche su raitre, il cui faccione rotondo, nonostante la dieta di padre Pio, si intrufola tra segreterie di partito e sale operatorie a mettere il naso tra fumi di londra e budella al vento.
Non sono parole cattive nei suoi confronti, davvero. Questa signora sempre leggermente in calore, ma di un grande autocontrollo, mena il suo fisico a cuccuma in un salotto barocco dove sono esposte tra l'altro simpatiche foto di politici contornate da cornici d'argento di buona famiglia.
Ci sono donne che si accendono per surfisti abbronzati al gusto di vitamina c i cui addominali equivalgono ad un sorriso, o a uomini di sublime melanconia la cui bruttezza alla Tognazzi (Ugo il più grande!) è un valore aggiunto, o a rachitismi alla Woody Allen o a giovani segaligni rastoni da C.S.A..
Anna La Rosa non nasconde il suo debole; essa va in fiamme per il politico.
La vedo passeggiare accanto a ottocenteschi portoni di città del centro Italia in melanconici tardo pomeriggi di maggio, accarezzarne le colonne come gelidi eretti falli statalisti, dove il sole cede il posto al melanconicissimo crepuscolo dell'ultima ora solare, giornate in cui personalmente non so se commuovermi o togliermi la vita, tale è il ganglio che stringe il mio plesso solare (una scopata mi potrebbe salvare in quei momenti di pura estasi).
L'uomo che essa desidera trovarsi davanti, e per concretizzare questa perversione ha avuto la benedizione di chissà quale politico che con craxiana abilità la ha sistemata tra le onde di telekabul, è il signore 55enne, robusto, con completo fumo di Londra e la cravatta regimental o "fantasia minestrina" (per citare Giovanni Nuvoletti). Un uomo che non promette solari amplessi di un corpo sempre in movimento ma che stuzzica il clito e le tube di falloppio delle De Rosa proprio per questo mix di perversione/depressione.
Il politico da lei prescelto è quello di destra con un debole per il rappresentante di AN (ripeto, non sto polemizzando, constato e sono affascinato da questa faccia della vita che spesso si presenta sfornando esseri umani a moduli, senza un goccio della sensibilità castaway). Anna La Rosa ha capito che il grigiore dell'aspetto, alimentato dalla scarsa esposizione alla luce se non quella artificiale di Montecitorio, che conferisce a questi uomini un colorito terreo, non è assenza di appeal erotico, anzi sublime perversità, arrapamento dovuto alla seduzione di una voce piatta, di un eloquio da Gazzetta Ufficiale, di un distacco dalle cose dette da tecnico, da politico puro, meglio se del centro sud.
Pur non disdegnando gli uomini di sinistra essa ricorda che sono cresciuti con degli ideali da sognatori magari sconfessandosi nei fatti ma a parole...e questa contraddizione mentale impedisce il flusso di nero sangue del corpo cavernoso della verga che la De Rosa si appresta ministerialmente a suggere tra le trine della penombra filtrata da immobili tende romane, con malinconia, con D'Annunziano nietzscheanesimo, con fatalistico senso della morte e dell'impossibilità di cambiare le cose del mondo.

Mmm..ci sono riuscito a dire quello che sento?
 
Friday, January 13, 2006
  roman polanski ; il destino crudele

l'inevitabilità del destino, l'impossibilità di controllare la propria vita, l'universo concentrazionario. mi sono riproposto al c.s.a. Morion, qui a Venezia, come curatore della programmazione del cinema, attività che ho tenuto per 8 lunghi, divertenti, estenuanti, provvisori, alcoolici anni. e mi piacerebbe proporre una rassegna dedicata ad uno dei miei autori preferiti: Roman Polanski.
Vorrei proporre quattro titoli a cui sono molto legato. Quattro classici dell'autore franco/polacco del celebre "Rosemary's baby". Film che magari gli appassionati conoscono ma che sono meno noti ad un pubblico piu' ampio e giovane.
Questi sono: "Repulsion", "Cul-de-sac", "Che?" e "L'inquilino del terzo piano".
Ciò che accomuna questi film (non ho "Il coltello nell'acqua" il primo e fondamentale lungometraggio di Polanski) è che narrano di situazioni chiuse in ambienti circoscritti e su esistenze prive di possibilità di fuga. Nel primo una giovane e bella Catherine Denevue cade in preda ad un delirio allucinatorio che la porterà a rinchiudersi nella casa dove vive con la sorella,, che al contrario di lei ha trafficate storie amorose e pare consumata dall'esperienza, e ad uccidere. Rifiuto della vita e del disagio di corrompersi ai fatti dell'esistere. Girato a Londra in uno splendido bianco e nero è un vero tour de force per l'eccellente e bella Catherine Denevue quasi unica interprete del film.

"Cul-de-sac" è uno dei capisaldi della carriera di Polanski: dopo questo film cambierà in parte registro. In un maniero a Northcumberland, appartenuto allo scrittore di "Rob Roy" un'intellettuale, omino impotente (grande Donald Pleasence) vive con la moglie ninfomane, Francoise Dorleac, sorella della Denevue. Un giorno irrompe nella villa un gangster brutale, Lionel Stander, che spinge un'auto fori uso con dentro il socio morente. L'uomo metterà a soqquadro l'esistenza della coppia facendo uscire alla luce la follia repressa del loro rapporto tra di essi e la realtà esterna.

"Che?" appare come un film minore, ma è interessante vedere come Polanski adatta la fiaba di Alice nel paese delle meraviglie. Sempre in una villa (stavolta quella di Zeffirelli a Positano) una sprovveduta globetrotter americana si rifugia da uno stupro. Resterà nuda e sconvolta da un ambiente familiare bizzaro e mortifero, ricco di perversità e stravaganze, guidato dal vecchio Noblart, che morendo chiederà alla bella americana di rammentargli l'origine del mondo.

"L'inquilino del terzo piano" , tratto dal racconto "Le tenant" di Roland Topor, vede Polanski come magnifico protagonista di una storia sospesa tra la paura e il grottesco. Un meschino impiegato riesce ad occupare un appartamento dopo che la precedente affittuaria muore a seguito delle ferite causate da un tentato suicidio. Si parte col fatto che ogni minimo rumore che trelkowski produce è fonte di ira e disappunto da parte dei condomini e del vecchio padrone di casa; si prosegue con un bagno troppo in comune per finire da dove si era partiti....


incubi tra quattro mura, a volte stemperati da una vena ironica che enfatizza il clima assurdo nel quale tante (tutte le) esistenze vengono involontariamente immerse.
Buon film!!!!!
 
Friday, January 06, 2006
  CINECIACOLE

fastidioso con momenti sublimi....mmm che dura scrivere con la tastiera su schermo...beh la mia è rotta, perciò...ciccia. Allora, invece che stare in giro a bere come un servomuto e farneticare su cose che stanno ai confini del reale sono rimasto a casa con danilo gallo a rivedere ''C'era una volta in America''.Pellicola che vidi la prima volta in prima visione a Padova. Rimsi deluso perchè non c'erano cavalli ma Ford modello T. Bella, e che ci doveva essere in un film di gangsters...non ho mai molto amato qusto colosso sull'amicizia e sul tempo perduto.Le comparse sono troppo rigide, c'è un romanticismo ingenuo. Leone è stato il regista che mi ha fatto amare il mondo delle ombre ma col tempo questo morboso amore si è ridimensionato. Però ci sono dei momenti sublimi. Tra tutti il finale dove forse Max si getta nel tritarifiuti-non quello di casa scemi-e Noodles smarrito vede passare delle auto che trasportano gente che pare uscita dagli anni 30. Un sogno all'oppio forse...e difatti, con un geniale salto spaziotemporale, noodles entra nel teatrino-fumeria e fuma l'oppio. Poi, come la Cardinale in ''C'era una volta il west'' si gira e sorride. Forse abbiamo assistito ad un sogno di 4 ore...Film salvato...
 
 
fastidioso ma a tratti sublime...
 
pensieri, riflessioni, sensazioni a partire dal grande artista di Tanword

My Photo
Name:
Location: Venezia, Ve, Italy
LAURAANTONELLI

LINKS
  • Danilo Gallo
  • noceblog
  • beppescardino


  • ARCHIVES
    December 2005 / January 2006 / February 2006 / March 2006 /


    Powered by Blogger